Verba volant, stampa manent

Indirizzo:

Via Prospero Favier, 10 | 90124 Palermo | Tel. +39 091 621 37 64

Ferie 2021

Ferie 2021

Ferie 2021

Stiamo con voi fino al 13 agosto.
Poi apriamo una parentesi e dal 14 al 29 ci daremo – quasi sicuramente – alla pazza gioia (sempre con la dovuta cautela).
Il 30 agosto saremo di nuovo qui, sempre in via Prospero Favier 10, in mezzo ai colori e ai cartoni, tra una macchina che stampa e una che taglia.
Insomma nulla muta o tutto torna, come preferite!
Intanto buone vacanze a tutti voi!
Il pdf croce e delizia dei tipografi

Il PDF, croce e delizia delle tipografie

Il PDF, croce e delizia delle tipografie

05/08/2021 – Tutto comincia con il PDF, croce e delizia delle tipografie. Da quando è nato negli anni 90, il PDF ha fatto la felicità dei tipografi. Un unico file, leggibile su qualsiasi dispositivo e con qualsiasi sistema operativo, ma soprattutto indipendente dal software con il quale è stato generato.
Il PDF si trova, ormai, all’inizio di qualunque flusso di lavoro di stampa. Dalla sua accuratezza dipendono la velocità e la precisione della catena di produzione. È importante, quindi, che il PDF sia ben costruito, per non provocare rallentamenti o addirittura errori a catena su tutte le fasi successive del lavoro.
Negli ultimi 20 anni, sono stati compiuti molti sforzi per implementare le funzioni di controllo e di correzione automatiche sui PDF attraverso l’aggiornamento di software (es. Adobe Acrobat Pro) spesso già nella disponibilità delle aziende grafiche, degli studi grafici e delle redazioni.
Solo gli stampatori, però, ne hanno riconosciuto l’effettivo valore. Sono infatti pochi, quelli che i PDF li creano e li inviano in stampa, che hanno sentito la necessità di approfondire queste tematiche.
Indagini svolte da esperti del settore, mostrano come, i problemi che si riscontrano all’apertura degli esecutivi di stampa, siano sempre gli stessi da 20 anni a questa parte.

Quali sono i problemi sui PDF, croce e delizia delle tipografie?

I problemi con i quali gli operatori di prestampa si confrontano quasi quotidianamente sono sostanzialmente di due tipi:

  • problemi o meglio errori insiti nella generazione dei PDF e la cui responsabilità è appunto di chi li crea;
  • problemi legati alla capacità dei RIP di interpretarli e in questo caso la responsabilità è dello stampatore e delle sue attrezzature.

Esiste poi una condizione che aumenta il coefficiente di difficoltà nel controllo dei PDF ed è la loro visualizzazione sullo schermo. Se i programmi utilizzati a questo scopo non sono correttamente impostati a livello di preferenze, si visualizzeranno risultati diversi a fronte dello stesso file.
Un esempio è quello degli elementi bianchi posti in sovrastampa su altri colori che, anche se visibili sullo schermo, risulteranno invisibili in stampa.

E vediamoli questi errori sui PDF:

  • Immagini a bassa risoluzione
  • Elementi RGB senza profilo ICC abbinato
  • Abbondanza per il rifilo mancante o insufficiente
  • Errori di sovrastampa
  • Presenza di tinte piatte non previste
  • Colore Registrazione (nero composto in CMYK) usato in modo non corretto
  • Font non incorporati

Guardando questo elenco una cosa salta subito agli occhi: sono errori apparentemente impensabili per un tecnico esperto. È fondamentale, quindi, non sottovalutare l’importanza, per gli operatori, i tecnici e i grafici, di una formazione e informazione continua che garantisca alti livelli di competenza e professionalità.
Oggi, grazie all’evoluzione dei programmi di Preflight, le tipografie possono porre rimedio a buona parte di questi errori (tinte piatte, colore Registrazione). Ma altri come (abbondanze, risoluzione delle immagini) richiedono necessariamente interventi manuali e il rinvio del PDF con aggravio di tempi e costi.
Sul fronte della gestione del colore, sappiamo che la stragrande maggioranza degli stampatori si è dotata di workflow evoluti che sanno gestire il passaggio da colore da RGB a CMYK. Ma per ottenere la migliore conversione colore possibile verso l’output previsto, il PDF deve avere al suo interno gli elementi da convertire associati ai corretti profili ICC.
Per quanto riguarda i caratteri, la loro mancanza all’interno dei PDF è stata da sempre una spina nel fianco degli stampatori. Oggi, però ci vengono in aiuto software, come ad esempio Adobe InDesign, che non consentono di generare PDF senza font incorporati.

Quali rimedi adottare?

Per prevenire la presenza di errori, le tipografie possono affidarsi a strumenti didattici e a soluzioni software.

Gli strumenti didattici

Gli strumenti didattici più diffusi, sono probabilmente i capitolati tecnici di fornitura che, vengono messi a disposizione dei clienti e nei quali sono descritti i requisiti che i file devono soddisfare.
Meno frequenti, ma altrettanto utili, sono quelle brevi pubblicazioni cartacee o digitali che lo stampatore mette a disposizione dei clienti e che forniscono nozioni tecniche, suggerimenti e consigli su argomenti specifici.

I software

La soluzione software per eccellenza è il Preflight, serie di comandi che consentono l’analisi dettagliata di un file sulla base di un insieme personalizzabile di impostazioni. Prima, questa fase cruciale della prestampa, era eseguita solo sui PDF, adesso è possibile attivarla anche all’interno di alcuni programmi, come per esempio InDesign, che con la “Verifica Preliminare” consente ai grafici di intercettare, già in fase di creazione del file, gli errori più comuni. In entrambi i casi, però, è fondamentale, sapere come impostare i parametri e capire i messaggi che il programma restituisce.

Il reparto prestampa di una tipografia, come lavora?

Nella nostra tipografia, quello della Prestampa è uno dei reparti dei quali siamo più orgogliosi e per il quale otteniamo grandi attestati di stima dai nostri clienti. I nostri operatori sono sempre disponibili a fornire ai clienti tutto il supporto tecnico necessario, in presenza, telefonicamente o via mail.
Si lavora principalmente con i file PDF ma è importante saper gestire anche i file nativi provenienti dai più conosciuti software grafici.
Le nostre procedure prevedono che un PDF, prima di essere avviato alla produzione, venga controllato sia dal punto di vista della correttezza tecnica (risoluzione immagini, profili ICC, font), che di quella strutturale, legata cioè al prodotto da stampare.
I controlli di struttura riguardano, per esempio, l’abbondanza per il rifilo che può variare a seconda del tipo di prodotto (cartolina, opuscolo spillato, libro brossurato) e i pendant cioè l’accostamento di due aree della medesima immagine su due parti diverse dello stampato come le pagine a fronte o i lati di una scatola.
Solo alla fine di questi controlli, che avvengono in continuo collegamento con i clienti e i loro grafici, l’esecutivo può considerarsi idoneo al passaggio verso l’incisione delle lastre e la trasformazione del processo da digitale in analogico.

Approfondimenti

Verifica preliminare su Adobe Acrobat Pro

Mauro Boscarol, Nozioni base di prestampa digitale

Gestone colore - Diagramma Munsell

La gestione colore

La gestione colore

Senza una corretta gestione colore, quante volte i creativi vedranno frustrate le loro aspettative sul risultato cromatico in stampa? Tantissime. L’importanza della gestione colore nelle arti grafiche è tutta qui.
Per questo che è fondamentale per gli stampatori integrarla nel proprio flusso di lavoro.

Il perché di una scelta

Gli stampatori più sensibili alle implicazioni dell’evoluzione tecnologica, hanno sentito per primi, la necessità di conoscere e capire come controllare il risultato cromatico in stampa. Ma con una fase di prestampa ormai completamente digitale, le competenze e le esperienze vanno condivise con chi progetta e realizza gli esecutivi di stampa.
Noi il colore, abbiamo imparato a gestirlo e lo comunichiamo ormai da più di 10 anni. Lo facciamo sempre con lo spirito di condivisione delle informazioni che è alla base della crescita professionale.
Seguiteci, ancora una volta, in questo piccolo viaggio nella gestione colore delle arti grafiche.

Il colore e la colorimetria

Non si può parlare di gestione colore nelle arti grafiche senza approfondire due argomenti fondamentali: il colore e la colorimetria.

Il colore
Il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina mandano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d’onda e intensità.
Per rappresentare in maniera univoca il colore, il Consorzio CIE ha definito uno spazio colorimetrico, CIELab, che comprende tutto lo spettro visibile e riporta ogni colore all’interno di un grafico tridimensionale in base al posizionamento sulle coordinate piane x e y dei valori “a” (rosso-verde) e “b” (giallo-blu) integrate dal valore di luminosità “L”.

La colorimetria
La colorimetria ha lo scopo di definire il colore con valori univoci (numeri). Lo spazio CIELab descrive, quindi, ogni colore con 3 valori numerici indipendenti dal comportamento dei dispositivi di acquisizione e/o riproduzione.
I colori che possono essere riprodotti nelle arti grafiche, si collocano all’interno di spazi colore più ristretti del CIELab che sono RGB e CMYK. Questi spazi colore, sono però influenzati dalla periferica che li restituisce (fotocamera, monitor, stampante).

Diagramma CIE

 

Facciamo un esempio concreto.
In una foto digitale non ci sono colori, ogni pixel è rappresentato da numeri. Nello spazio colore RGB, è definito da una terna di interi che, singolarmente, possono assumere un valore compreso tra 0 e 255; nello spazio colore CMYK, ogni pixel è descritto da quattro numeri interi, ognuno con valore tra 0 e 100.
Solo quando l’immagine è letta da un’applicazione (come per esempio Adobe Photoshop) ed è visualizzata su un monitor o stampata, i numeri generano colori. Ed è proprio in questo passaggio che hanno origine i problemi affrontati dalla tecnologia di gestione del colore.
Chiunque visiti un ambiente in cui sono presenti più Tv a colori o monitor noterà come una stessa immagine (ovvero le medesime informazioni RGB) appaia diversa da un display all’altro. Se non è meglio precisato, infatti, i numeri 255R 0G 0B rappresentano certamente un rosso, ma su due monitor diversi potrebbe apparire più o meno saturo e luminoso oppure più tendente all’arancio o al viola.
Il colore generato dai numeri, pertanto, è device dependent, ossia dipende dall’esemplare specifico di periferica. È per questo motivo che chiamiamo numeri e non colori i valori di periferica (RGB e CMYK) e definiamo invece colore la nostra percezione e le coordinate colorimetriche (Lab o XYZ) che la rappresentano.
L’obiettivo della gestione del colore è garantire la corrispondenza cromatica su tutti i dispositivi della catena di riproduzione. Ciò si realizza stabilendo una correlazione tra i valori dei diversi spazi colore e le coordinate colorimetriche, che sono indipendenti da qualunque periferica.

Gestione colore - Tabella colorimetria

Il Color Management System

Il CMS (Color Management System) è il sistema creato per mantenere inalterata la percezione del colore di un documento grafico passando da una periferica all’altra (scanner, fotocamera, monitor, stampante, macchina da stampa).
Il sistema di gestione del colore più usato nelle tipografie è quello standard ICC che si basa sui seguenti tre elementi principali:

  1. I profili colore (ICC)
  2. Un intento di rendering
  3. Un motore di conversione colore (CMM)
I profili ICC

Sono file digitali di piccole dimensioni che contengono la descrizione dello spazio colore di riferimento e le tabelle di relazione, una per ogni intento di rendering, tra i valori dello spazio colore e le coordinate colorimetriche.
Lo standard ICC prevede diverse classi di profili: input (cioè scanner e fotocamera); monitor; output (tutte le periferiche di stampa).
Quelli di input sono profili di origine e sono quindi unidirezionali. Infatti, contengono al loro interno solo i valori dello spazio colore di riferimento abbinati alle relative coordinate colorimetriche.
I profili monitor e output, sono invece bidirezionali: contengono cioè, sia la relazione tra i valori dello spazio colore e le coordinate Lab, che quella inversa. Possono quindi essere essere utilizzati come origine e/o come destinazione a secondo del tipo di conversione che vogliamo realizzare.
Le applicazioni di grafica dispongono già di profili monitor e output standard adattabili alla maggior parte delle periferiche in uso di medio/alto livello.
Eccone alcuni esempi:

Gestione colore - Tabella Profili
Tabella profili ICC standard
L’intento di rendering

L’intento di rendering definisce la modalità che il motore di conversione (CMM) dovrà usare per gestire i colori fuori gamma durante le conversioni tra due spazi colore.
Sappiamo che le diverse periferiche, potrebbero non essere in grado di riprodurre tutta la gamma dello spazio colore di origine. Poiché il presupposto della gestione colore è quello di riprodurre tutti i colori d’origine, è necessario ricorrere a delle approssimazioni. Bisogna cioè riprodurre il colore “più vicino possibil” al gamut di destinazione.
L’intento di rendering fornisce le indicazioni al modulo CMM per convertire questi colori da una periferica a un’altra secondo due tecniche diverse: la compressione della gamma che riporta il gamut di origine completamente all’interno del gamut di destinazione mantenendo la relazione cromatica tra i colori (mapping); il ritaglio della gamma che riporta tutti i colori di origine fuori gamut ai colori più vicini del gamut di destinazione (clipping).

Gestione colore - Rendering e gamut

Gli intenti di rendering che derivano da queste tecniche sono descritti di seguito e possono essere usati in base alle specifiche esigenze di gestione delle immagini.

Intento percettivo
Mantiene le relazioni tra i colori scalando l’intero gamut di origine in quello di destinazione. Così tutti i colori dell’immagine vengono modificati, non solo quelli fuori gamma, in modo che mantengano la loro relazione cromatica e il loro rapporto visivo. Questo intento è generalmente consigliato per le immagini fotografiche.

Intento di saturazione
Riproduce la saturazione relativa dei colori da gamma a gamma, fornendo i colori più brillanti e nitidi in assoluto. Viene usato nella grafica non fotorealistica dove è più importante che il colore sia vivo, saturo, piuttosto che sia esattamente uguale all’originale. È utile nella conversione di elaborati grafici vettoriali con elementi molto brillanti.

Intento colorimetrico relativo
Riporta i colori fuori gamma al colore più vicino possibile della gamma di destinazione e attraverso la mappatura del punto di bianco d’origine a quello di destinazione, allinea tutti gli altri. Questo intento è particolarmente consigliato nelle conversioni tra spazi colore dello stesso tipo con piccole differenze di gamut.

Intento colorimetrico assoluto
Abbina i colori contenuti nella gamma, senza variare il punto di bianco del profilo di origine e riporta i colori fuori gamma alla tonalità più simile. Particolarmente adatto per la produzione di prove colore a monitor o in stampa poiché consente di mantenere inalterato il punto di bianco di origine.

Il motore di conversione (CMM)

Il motore di conversione colore (CMM) è un software che mette in relazione profili e intenti di rendering e attua la conversione colore verso la periferica di destinazione.
Il più comune nelle arti grafiche per la gestione colore è l’Adobe Color Engine  (ACE) ma molti produttori come Kodak, Fuji, o Agfa hanno preferito, sempre appoggiandosi allo standard ICC (standard aperto), sviluppare propri moduli CMM proprietari.

Gestione Colore - CMM

La nostra gestione colore

Le nozioni acquisite su colore e colorimetria sono state il presupposto necessario per introdurre la gestione colore nel nostro flusso di lavoro e per caratterizzare le nostre macchine da stampa secondo gli standard ISO.
Conoscendo infatti il profilo di output delle nostre macchine da stampa, possiamo simulare il risultato delle loro produzioni, sui monitor e/o sui sistemi di proofing anche loro opportunamente calibrati. Siamo cioè in grado di:

  • fornire una prova colore affidabile ottenuta da stampanti anch’esse calibrate e impostate con lo stesso profilo di output delle macchine da stampa;
  • garantire la rispondenza tra una immagine visualizzata su di un monitor calibrato e la relativa stampa finale, poiché il profilo di ciascuna immagine viene correttamente interpretato e infine convertito durante la produzione delle lastre.

Oltre al complessivo miglioramento della conversione, possiamo inoltre intervenire, fino al momento immediatamente precedente l’incisione delle lastre, sulle impostazioni di conversione per adattare i file di stampa ai diversi supporti (patinate o usomano), o modificare gli intenti di rendering in funzione delle diverse tipologie di soggetti da riprodurre.
Grazie alla corretta applicazione della gestione colore all’interno del nostro flusso di lavoro, i nostri clienti possono scegliere se:

  • continuare a fornire immagini in CMYK senza alcuna modifica delle abitudini di lavoro. In questo caso il vantaggio consisterà solo nella possibilità di fruire di sistemi di proofing affidabili capaci di simulare il risultato di stampa;
  • lavorare in RGB rispettando gli spazi colore nativi dei singoli elementi che compongono l’esecutivo, senza doversi più preoccupare dei risultati di conversioni ottenuti attraverso i propri software spesso non correttamente impostati.

L’unica accortezza che viene richiesta, in entrambi i casi, è quella di mantenere i profili colore incorporati nelle immagini e, nel caso di immagini prive di profilo, incorporare in fase di registrazione quello dello spazio colore del software che si sta utilizzando.

Approfondimenti

Piccolo glossario

La nostra gestione colore

I nostri guru:

Mauro Boscarol

Taga Italia