Verba volant, stampa manent

Indirizzo:

Via Prospero Favier, 10 | 90124 Palermo | Tel. +39 091 621 37 64

Il libro questo sconosciuto

Il libro questo sconosciuto

Il libro questo sconosciuto

Il libro, questo sconosciuto può sembrare un titolo provocatorio, tutti sanno cos’è un libro! Eppure molti ignorano come si realizza.
Per noi tipografi il libro è la maggiore espressione della nostra professionalità, della nostra arte.

Il libro questo sconosciuto… la storia

La prima opera significativa stampata in Italia fu l’edizione in lingua italiana della Divina Commedia nell’aprile del 1472. E questo ovviamente grazie all’invenzione della stampa a caratteri mobili attribuita a Gutenberg nella prima metà del 1400.

Cosa erano i caratteri mobili

I caratteri mobili si ottenevano fondendo una lega di piombo, stagno e antimonio in apposite matrici create da punzoni di ferro o acciaio nei quali veniva inciso al rovescio il carattere dalle mani sapienti di maestri incisori. Per ogni carattere/simbolo (in ciascuno stile e dimensione) erano necessari un punzone (fig. 1) e una matrice (fig. 2). Una volta fusi, i caratteri venivano riposti nella cassa tipografica (fig. 3).

Caratteri mobili
Fig. 1 – Punzone
Caratteri mobili
Fig. 2 – Matrice
Caratteri mobili
Fig. 3 – Cassa tipografica
E come si usavano

Il compositore disponeva i caratteri rovesciati sul compositoio (fig. 4) da sinistra verso destra formando le parole e spaziandole fra loro su una riga di larghezza prestabilita. Le righe così create venivano poi allineate su di un piano di legno o di metallo detto vantaggio (fig. 5) sul quale si formava via via la pagina. Il passo successivo era riempire la forma tipografica (fig. 6) con un numero di pagine variabile in base alla struttura del fascicolo.

Caratteri mobili
Fig. 5 – Compositoio
Caratteri mobili
Fig. 5 – Vantaggio
Caratteri mobili
Fig. 6 – Forma tipografica

Creata la forma di stampa, il tipografo la posizionava sul carrello mobile [A] del torchio (fig. 7) e la spalmava di inchiostro. La carta si fissava invece sul timpano [B] che grazie a un sistema di cerniere si ripiegava sulla forma debitamente coperta dalla fraschetta [C].
A questo punto sia la forma di stampa che la carta venivano posizionate sotto la platina [D], il pianale metallico attraverso la torsione della vite abbassandosi avrebbe esercitato sul timpano la pressione necessaria per permettere il trasferimento dell’impronta dei caratteri sul foglio bianco.

Caratteri mobili
Fig. 7 – Rappresentazione di un torchio tipografico

Sia la tecnica di produzione delle forme di stampa che quella della stampa rimasero invariate fino alla metà del 1800 quando iniziò un graduale processo di meccanizzazione con l’avvento delle Linotype (macchine compositrici) [A] e delle macchine da stampa piane [B] o piano-cilindriche [C] (fig. 8).

Macchine tipografiche
Fig. 8 – Macchine tipografiche

 

La stampa oggi

La stampa offset è una conquista del 1900 e prende piede solo dopo la seconda guerra mondiale con la sempre maggiore diffusione della stampa a colori. Caratteristica del processo offset è che si tratta di un metodo indiretto di stampa. A differenza di quanto avveniva con i torchi e le macchine piane, con questo sistema la matrice di stampa non va a contatto con la carta ma trasferisce i grafismi prima su un cilindro gommato che a sua volta riporta il tutto sul foglio di carta (fig. 9).

Le ragioni per le quali la stampa offset si è diffusa così tanto da diventare il principale metodo di stampa, sono prevalentemente due:

  • la semplicità ed economicità con la quale si ottiene la forma di stampa e l’elevata qualità della riproduzione che è in grado di garantire;
  • la possibilità di mantenere una qualità costante dal primo all’ultimo foglio di stampa e la ripetibilità nel tempo.
La stampa
Fig. 9 – Le tre tecniche di stampa a confronto (da sin. stampa con torchio, stampa con macchina piana, stampa offset)

 

Il libro questo sconosciuto… facciamolo insieme

Il libro, dal computer alla lastra

Oggi tutto il processo di composizione dei testi, creazione e impaginazione delle immagini, fino alla incisione delle lastre avviene con sistemi completamente digitali, che permettono una grande flessibilità e velocità di produzione. Il formato di file utilizzato come esecutivo di stampa è il PDF che essendo multi-piattaforma è anche uno formato adatto alla visualizzazione WEB, alla trasmissione dati e all’archiviazione. Una volta completato graficamente l’impaginato e ottenuto il visto si stampi, le pagine vengono trasmesse ad un software che le dispone sullo schema di stampa in base alla loro dimensione e alla piega scelta.
Le forme di stampa così ottenute dopo le opportune verifiche vengono trasmesse al Computer to Plate che procede alla loro incisione laser sulle lastre d’alluminio (fig. 10). La lastra offset si compone di una parte superficiale detta dei grafismi sulla quale vengono incise le forme di stampa che è lipofila cioè lega perfettamente con le sostanze grasse come l’inchiostro mentre rifiuta l’acqua. La parte sottostante detta dei contro-grafismi è invece idrofila e rifiuta quindi le sostanze grasse. La parte dei grafismi non incisa dal laser viene rimossa durante il passaggio nella sviluppatrice lasciando così libera la superficie sottostante dei contro-grafismi. Alla fine dello processo di sviluppo, la lastra viene poi ricoperta da uno strato di gomma che la proteggerà dall’ossidazione fino al suo definitivo utilizzo.
Da qualche anno, per rispondere all’esigenza di tutela dell’ambiente, le nostre lastre sono No-Process, cioè non hanno bisogno del passaggio in sviluppatrice. Il processo di sviluppo avviene sui cilindri stampa e viene attivato dagli inchiostri e dalla soluzione di bagnatura durante la fase dell’avviamento della stampa. Questo ci ha permesso di ridurre sensibilmente l’utilizzo e il successivo smaltimento di sostanze chimiche nella nostra attività.

Lastra offset
Fig. 10 – Lastra offset

 

Il libro, dalla lastra al foglio

I componenti della macchina da stampa (fig. 11) sono: il mettifoglio [A], i gruppi stampa [B] (ognuno composto dal calamaio, dal gruppo di inchiostrazione, dal cilindro porta lastra, dai rulli bagnatori, dal cilindro porta caucciù, dal cilindro di pressione) e l’uscita fogli [C]. Durante il processo di stampa la lastra viene bagnata con una soluzione di acqua e alcool isopropilico che verrà rifiutata dalle zone lipofile dei grafismi, sulle quali aderirà invece l’inchiostro, che sarà a sua volta rifiutato dalle parti idrofile. La parte inchiostrata si trasferirà poi sul cilindro caucciù e quindi sul foglio di carta.

Macchina offset
Fig. 11 – Schematizzazione di una macchina offset 4 colori

Le macchine da stampa vengono classificate in base al numero di gruppi stampa che possiedono e quindi al numero di colori stampabili in sequenza contemporaneamente in un solo passaggio del foglio di carta. La stampa offset riproduce le immagini colorate utilizzando 4 colori base che sono il cyan, il magenta, il giallo e il nero (si tratta della selezione di tinte più ridotta utile per ottenere, miscelandole, il maggior numero di colori ). Su ciascuna lastra viene quindi riprodotta con gradi diversi di intensità la scomposizione del colore in ognuno dei 4 di base (fig. 12).

 

Scomposizione CMYK
Fig. 12 – Separazione dei colori di quadricromia

 

In alcuni casi su richiesta specifica del cliente e soprattutto per logotipi vengono utilizzati degli inchiostri formulati già nella tinta desiderata (colori Pantone). In questo modo tutti i grafismi contenenti questo particolare colore vengono riportati su un’unica lastra e ottenuti con un ulteriore gruppo stampa. È questo il caso, per esempio, del blu Sellerio.

Il libro, dal foglio di carta alla segnatura

La sequenza delle pagine che si ottiene piegando un unico foglio di carta si chiama segnatura (fig. 13) e costituisce il primo passo nella rilegatura del libro. Fino a questo momento le pagine le abbiamo viste prima una dietro all’altra sul monitor, poi in una sequenza di fogli A4 al momento della bozza e infine disposte in modo apparentemente casuale su un foglio A1 o B1. Adesso nel momento in cui questo foglio verrà piegato vedremo finalmente l’embrione del libro.

Segnature
Fig. 13 – Schema di piega di un sedicesimo
Il libro, teniamo insieme le segnature

Quello che fa delle pagine veramente un libro è che siano una dietro all’altra saldamente cucite tra loro. E quindi una volta completata la piega e aver messo in ordine le segnature le cuciremo insieme con ago e filo per ottenere il blocco libro (fig. 14).
Esistono altre forme di legatura per tenere insieme le pagine ma a noi piace che il Libro, quello con L maiuscola, abbia le sue pagine cucite a filo refe, al massimo possiamo discutere del colore del filo!

Cucitura filo refe
Fig. 14 – Cucitura a filo refe

 

Il libro, mettiamo il cappotto alle nostre pagine

Ancora però il libro non è pronto per uscire e incontrare il lettore, non lo possiamo sfogliare ed è piuttosto anonimo. È dunque arrivato il momento della brossura, momento nel quale la copertina sarà incollata al blocco libro cucito (fig. 15) e, nascondendo i piccoli segreti della sua realizzazione, darà il primo e fondamentale indizio del contenuto e della sua provenienza. Il taglio finale sui tre lati (testa, piede e pancia) libererà le pagine e permetterà finalmente l’incontro tra l’autore e i suoi lettori.

La brossura

 

Con questo racconto abbiamo voluto fare un omaggio all’oggetto del nostro lavoro che più amiamo, il LIBRO.
Lo abbiamo fatto descrivendone la sua realizzazione all’interno di una tipografia che ovviamente è la cosa che sappiamo fare meglio.

La storia del libro prima dell’arrivo in tipografia è forse ancora più affascinante. Vi invitiamo a leggerla in un piccolo saggio del nostro amico Maurizio Accardi, del quale vi diamo un assaggio:

“Il libro è un oggetto complesso regolato da convenzioni, norme e artifici visibili e invisibili. Tali prescrizioni ne assicurano la realizzazione e la fruizione. Il processo editoriale di realizzazione del libro si occupa di progettare la forma, l’estetica e la qualità degli accorgimenti necessari alla divulgazione del testo (parole e/o immagini) di un autore. I protagonisti della creazione del libro sono: l’autore con il suo testo (parole e/o immagini); l’editore, il dominus del “processo editoriale”, con le varie professionalità (editor, traduttori, redattori, correttori, graphic designer, fotografi, illustratori, tipografi, rilegatori…) indispensabili per la sua progettazione ed esecuzione; il lettore, l’interprete necessario affinché il testo si avveri.”.

Il libro, questo sconosciuto… forse adesso lo sarà un po’ meno.

Approfondimenti:

Il libro, questo sconosciuto, Maurizio Accardi

Maurizio Accardi (1958) alias HRD è Artefice e interprete grafico. In altre parole: ordina, chiarisce, spiega e porta a conoscenza il significato di cose oscure o non manifeste e, con arte manuale, rende credibile questa procedura all’osservatore. Socio Professionista Senior AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), dal 2012 coordina il gruppo di intellettuali tecnici «Astralon» e ne è il porta-voce. Vive e lavora a Palermo e come tutti, inevitabilmente, morirà.

Sai quale font scegliere per il tuo testo?

Quello che bisogna sapere sulla carta e la stampa