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Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

[Ivrea, 11 aprile 1901 – Aigle, 27 febbraio 1960  imprenditore, ingegnere]

Adriano Olivetti è stato un visionario imprenditore italiano, il padre del Personal Computer e per estensione anche quello della prestampa moderna. Nato nel 1901 a Ivrea, Adriano ha ereditato dal padre Camillo un’azienda già avviata nella produzione di macchine per scrivere. Questa, sotto la sua guida, è diventata un simbolo di innovazione tecnologica e di progresso sociale.

Visione e investimento nell’innovazione

Adriano credeva fermamente nell’importanza della ricerca e dello sviluppo come motori del progresso tecnologico e sociale. A differenza di molti imprenditori del suo tempo, Olivetti non si limitava a seguire le tendenze esistenti, ma investiva in nuove tecnologie e idee che riteneva avrebbero avuto un impatto significativo sul futuro.
Ma non si è fermato alla sola innovazione tecnologica. Ha adottato un approccio olistico, considerando anche il benessere dei suoi dipendenti e l’impatto sociale delle sue attività. Ha promosso un modello di impresa che univa efficienza economica e responsabilità sociale, credendo fermamente che il progresso tecnologico dovesse andare di pari passo con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Questo ha creato un ambiente in cui l’innovazione poteva prosperare, poiché i lavoratori erano motivati e coinvolti nel processo di miglioramento continuo.

Elea 9003: Il primo computer a transistor

elea 9003 olivetti
L’Elea 9003 Olivetti

Uno degli esempi più rilevanti dell’innovazione di Olivetti è l’Elea 9003, il primo computer commerciale interamente a transistor, presentato nel 1959. Questo computer rappresentava un enorme passo avanti rispetto ai precedenti modelli basati su valvole termoioniche, offrendo maggiore velocità, affidabilità ed efficienza energetica. L’Elea 9003 dimostrava come la miniaturizzazione e l’efficienza dei componenti elettronici potessero rivoluzionare il mondo del calcolo e della programmazione.

Design user-friendly e accessibilità

divisumma olivetti
La Divisumma Olivetti

Olivetti era noto per la sua attenzione al design e alla semplicità d’uso dei suoi prodotti. Le sue macchine per scrivere, come la Lettera 22, e le calcolatrici, come la Divisumma, non erano solo funzionali ma anche esteticamente piacevoli e facili da usare. Questo approccio orientato all’utente è stato fondamentale nel rendere la tecnologia accessibile a un pubblico più ampio, un concetto che è alla base dell’idea di personal computer e del Desktop Publishing.

Calcolatori programmabili, nasce il Personal Computer

Quindici anni prima di Steve Jobs e Bill Gates, Olivetti con la Programma 101 ha aperto la strada alla rivoluzione del nostro tempo: il personal computer.
La P101 è considerata uno dei primi personal computer della storia. Progettata da Pier Giorgio Perotto, un ingegnere della Olivetti, la P101 era una macchina compatta, dotata di un display alfanumerico e capace di memorizzare programmi.

Adriano Olivetti
La P101 Olivetti

Quattro erano le esigenze fondamenti alle quali questa macchina doveva dare risposta:

  1. essendo una macchina da calcolo, doveva stare sulla scrivania,
  2. doveva essere facile da utilizzare,
  3. doveva costare il meno possibile,
  4. non doveva limitarsi a fare solo le 4 operazioni.

Il lancio avvenne il 14 ottobre 1965 a New York, con un successo clamoroso: tra i primi a intuire le potenzialità della P101 ci furono gli scienziati della Nasa, che ne acquistarono quarantacinque esemplari per compilare le mappe lunari ed elaborare la traiettoria del viaggio della missione Apollo 11, che nel 1969 portò l’uomo sulla luna. Fino ad allora questa tecnologia si basava su hardware di dimensioni enormi. Olivetti fu il primo a capire che il futuro sarebbe andato verso le piccole dimensioni e l’utilizzo da scrivania.
Fu un enorme successo commerciale e influenzò direttamente lo sviluppo dei successivi computer personali.

Impatto sulla nascita del Desktop Publishing

Fu Steve Jobs negli anni ’80, con l’introduzione del Macintosh e del software PageMaker, a rendere popolare il concetto di Desktop Publishing, permettendo agli utenti di creare e stampare documenti complessi direttamente dai loro computer personali. Tuttavia, molte delle idee fondamentali alla base del Desktop Publishing erano già state esplorate da Adriano Olivetti decenni prima proprio con la Programma 101.
In sintesi,  lui non solo anticipò molte delle tecnologie e dei concetti chiave del Desktop Publishing, ma lo fece in un contesto in cui la tecnologia era vista come un mezzo per migliorare la società nel suo complesso.

Conclusione

Adriano Olivetti è stato un pioniere che ha combinato una visione tecnologica avanzata con un forte impegno sociale e umanistico. Le sue innovazioni nel campo dei calcolatori programmabili, il focus sull’usabilità e l’accessibilità e il suo investimento nella ricerca tecnologica hanno contribuito in modo significativo alla nascita del personal computer. Senza l’influenza di Olivetti e delle sue idee rivoluzionarie, la storia del personal computer e del Desktop Publishing potrebbe essere stata molto diversa.

Approfondimenti

Adriano Olivetti

Programma 101

Il pdf croce e delizia dei tipografi

Il PDF, croce e delizia delle tipografie

Il PDF, croce e delizia delle tipografie

05/08/2021 – Tutto comincia con il PDF, croce e delizia delle tipografie. Da quando è nato negli anni 90, il PDF ha fatto la felicità dei tipografi. Un unico file, leggibile su qualsiasi dispositivo e con qualsiasi sistema operativo, ma soprattutto indipendente dal software con il quale è stato generato.
Il PDF si trova, ormai, all’inizio di qualunque flusso di lavoro di stampa. Dalla sua accuratezza dipendono la velocità e la precisione della catena di produzione. È importante, quindi, che il PDF sia ben costruito, per non provocare rallentamenti o addirittura errori a catena su tutte le fasi successive del lavoro.
Negli ultimi 20 anni, sono stati compiuti molti sforzi per implementare le funzioni di controllo e di correzione automatiche sui PDF attraverso l’aggiornamento di software (es. Adobe Acrobat Pro) spesso già nella disponibilità delle aziende grafiche, degli studi grafici e delle redazioni.
Solo gli stampatori, però, ne hanno riconosciuto l’effettivo valore. Sono infatti pochi, quelli che i PDF li creano e li inviano in stampa, che hanno sentito la necessità di approfondire queste tematiche.
Indagini svolte da esperti del settore, mostrano come, i problemi che si riscontrano all’apertura degli esecutivi di stampa, siano sempre gli stessi da 20 anni a questa parte.

Quali sono i problemi sui PDF, croce e delizia delle tipografie?

I problemi con i quali gli operatori di prestampa si confrontano quasi quotidianamente sono sostanzialmente di due tipi:

  • problemi o meglio errori insiti nella generazione dei PDF e la cui responsabilità è appunto di chi li crea;
  • problemi legati alla capacità dei RIP di interpretarli e in questo caso la responsabilità è dello stampatore e delle sue attrezzature.

Esiste poi una condizione che aumenta il coefficiente di difficoltà nel controllo dei PDF ed è la loro visualizzazione sullo schermo. Se i programmi utilizzati a questo scopo non sono correttamente impostati a livello di preferenze, si visualizzeranno risultati diversi a fronte dello stesso file.
Un esempio è quello degli elementi bianchi posti in sovrastampa su altri colori che, anche se visibili sullo schermo, risulteranno invisibili in stampa.

E vediamoli questi errori sui PDF:

  • Immagini a bassa risoluzione
  • Elementi RGB senza profilo ICC abbinato
  • Abbondanza per il rifilo mancante o insufficiente
  • Errori di sovrastampa
  • Presenza di tinte piatte non previste
  • Colore Registrazione (nero composto in CMYK) usato in modo non corretto
  • Font non incorporati

Guardando questo elenco una cosa salta subito agli occhi: sono errori apparentemente impensabili per un tecnico esperto. È fondamentale, quindi, non sottovalutare l’importanza, per gli operatori, i tecnici e i grafici, di una formazione e informazione continua che garantisca alti livelli di competenza e professionalità.
Oggi, grazie all’evoluzione dei programmi di Preflight, le tipografie possono porre rimedio a buona parte di questi errori (tinte piatte, colore Registrazione). Ma altri come (abbondanze, risoluzione delle immagini) richiedono necessariamente interventi manuali e il rinvio del PDF con aggravio di tempi e costi.
Sul fronte della gestione del colore, sappiamo che la stragrande maggioranza degli stampatori si è dotata di workflow evoluti che sanno gestire il passaggio da colore da RGB a CMYK. Ma per ottenere la migliore conversione colore possibile verso l’output previsto, il PDF deve avere al suo interno gli elementi da convertire associati ai corretti profili ICC.
Per quanto riguarda i caratteri, la loro mancanza all’interno dei PDF è stata da sempre una spina nel fianco degli stampatori. Oggi, però ci vengono in aiuto software, come ad esempio Adobe InDesign, che non consentono di generare PDF senza font incorporati.

Quali rimedi adottare?

Per prevenire la presenza di errori, le tipografie possono affidarsi a strumenti didattici e a soluzioni software.

Gli strumenti didattici

Gli strumenti didattici più diffusi, sono probabilmente i capitolati tecnici di fornitura che, vengono messi a disposizione dei clienti e nei quali sono descritti i requisiti che i file devono soddisfare.
Meno frequenti, ma altrettanto utili, sono quelle brevi pubblicazioni cartacee o digitali che lo stampatore mette a disposizione dei clienti e che forniscono nozioni tecniche, suggerimenti e consigli su argomenti specifici.

I software

La soluzione software per eccellenza è il Preflight, serie di comandi che consentono l’analisi dettagliata di un file sulla base di un insieme personalizzabile di impostazioni. Prima, questa fase cruciale della prestampa, era eseguita solo sui PDF, adesso è possibile attivarla anche all’interno di alcuni programmi, come per esempio InDesign, che con la “Verifica Preliminare” consente ai grafici di intercettare, già in fase di creazione del file, gli errori più comuni. In entrambi i casi, però, è fondamentale, sapere come impostare i parametri e capire i messaggi che il programma restituisce.

Il reparto prestampa di una tipografia, come lavora?

Nella nostra tipografia, quello della Prestampa è uno dei reparti dei quali siamo più orgogliosi e per il quale otteniamo grandi attestati di stima dai nostri clienti. I nostri operatori sono sempre disponibili a fornire ai clienti tutto il supporto tecnico necessario, in presenza, telefonicamente o via mail.
Si lavora principalmente con i file PDF ma è importante saper gestire anche i file nativi provenienti dai più conosciuti software grafici.
Le nostre procedure prevedono che un PDF, prima di essere avviato alla produzione, venga controllato sia dal punto di vista della correttezza tecnica (risoluzione immagini, profili ICC, font), che di quella strutturale, legata cioè al prodotto da stampare.
I controlli di struttura riguardano, per esempio, l’abbondanza per il rifilo che può variare a seconda del tipo di prodotto (cartolina, opuscolo spillato, libro brossurato) e i pendant cioè l’accostamento di due aree della medesima immagine su due parti diverse dello stampato come le pagine a fronte o i lati di una scatola.
Solo alla fine di questi controlli, che avvengono in continuo collegamento con i clienti e i loro grafici, l’esecutivo può considerarsi idoneo al passaggio verso l’incisione delle lastre e la trasformazione del processo da digitale in analogico.

Approfondimenti

Verifica preliminare su Adobe Acrobat Pro

Mauro Boscarol, Nozioni base di prestampa digitale