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Helvetica un’icona del design tipografico

Helvetica un’icona del design tipografico

Il font Helvetica, nato nel 1957, è uno dei caratteri più famosi e utilizzati nel mondo e può essere definito come un’icona del design tipografico. Originariamente chiamato Neue

Helvetica - Max Miedinger
Max Miedinger

Haas Grotesk, fu sviluppato dal designer svizzero Max Miedinger in collaborazione con Eduard Hoffmann, direttore della fonderia tipografica Haas a Münchenstein. L’obiettivo era creare un font che incarnasse i principi del modernismo: semplicità, chiarezza e neutralità.

Se la paternità si deve a Miedinger, la sua diffusione nel mondo delle tipografie va riconosciuta a Mike Parker e alla Linotype, la prima macchina per la composizione automatica delle righe di testo. Come direttore della Mergenthaler Linotype Company, nel 1960 decide di adottare il Neue Haas Grotesk. Gli cambia il nome in Helvetica (dal latino Helvetia, che significa Svizzera) per sottolineare le sue radici elvetiche e facilitarne la diffusione a livello internazionale.

 

Helvetica un'icona del design tipografico - Linotype
Linotype Mod. 31

 

Le caratteristiche del font Helvetica

Helvetica si distingue per la sua neutralità e leggibilità, caratteristiche che lo hanno reso una scelta perfetta per qualsiasi tipo di comunicazione visiva. Le sue linee pulite, geometriche, senza elementi decorativi, lo rendono adatto a una vasta gamma di applicazioni. L’assenza di un forte carattere stilistico permette al font di adattarsi al contenuto senza prevaricarlo, rendendo il messaggio il vero protagonista.

Una delle caratteristiche più note di Helvetica è il suo equilibrio tra spazio positivo e negativo. Questo bilanciamento permette al testo di essere facilmente leggibile anche a dimensioni molto piccole, rendendolo ideale per la segnaletica, i loghi, la cartellonistica e molto altro.

Il font Helvetica nel mondo del design

Dagli anni ’60 in poi, Helvetica è diventato sinonimo di modernità e professionalità, utilizzato da grandi aziende e istituzioni per trasmettere chiarezza e autorità. Marchi come American Airlines, BMW, Panasonic, Jeep e Agfa lo hanno adottato nelle loro identità visive, contribuendo a rafforzare la sua immagine di font universale. Helvetica è il font utilizzato, per esempio, nel design del primo iPhone e dei suoi materiali promozionali.  Un carattere che nella sua semplicità ben rappresentava la filosofia minimalista dei prodotti della Apple.

Helvetica ha anche dominato la segnaletica pubblica. Il sistema di trasporti della città di New York, ad esempio, ha utilizzato questo font per i cartelli della metropolitana,metropolitana di NY apprezzandone la leggibilità anche in contesti affollati e caotici. Nel mondo della moda, marchi come Balenciaga e Yves Saint Laurent lo hanno utilizzato nelle loro campagne pubblicitarie, riconoscendogli la sua capacità di adattarsi al lusso senza sembrare troppo invadente o decorativo.

Conclusione

Oggi, a più di 60 anni dalla sua creazione, Helvetica rimane uno dei font più influenti e utilizzati nel mondo. Il suo design senza tempo ha influenzato innumerevoli altri caratteri tipografici e continua a essere una scelta popolare per designer, architetti e aziende di tutto il mondo. Nonostante le nuove tecnologie hanno aperto enormi spazi alla creatività dei disegnatori di caratteri, Helvetica ha mantenuto una posizione di rilievo grazie alla sua versatilità e al suo fascino senza tempo.

Negli anni, sono state sviluppate diverse varianti di Helvetica per adattarsi ai contesti digitali e di stampa moderni, come Helvetica Neue e Helvetica Now, ma tutte hanno mantenuto le caratteristiche fondamentali del font originale.

In conclusione, Helvetica è più di un semplice font: è un simbolo di modernità, semplicità e funzionalità, un’icona del design tipografico. La sua storia e il suo impatto sul mondo del design lo rendono un’icona della cultura visiva contemporanea, capace di parlare un linguaggio universale senza tempo.

 

Approfondimenti:

Max Miedinger il padre del font Helvetica

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Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

Adriano Olivetti il padre del Personal Computer

[Ivrea, 11 aprile 1901 – Aigle, 27 febbraio 1960  imprenditore, ingegnere]

Adriano Olivetti è stato un visionario imprenditore italiano, il padre del Personal Computer e per estensione anche quello della prestampa moderna. Nato nel 1901 a Ivrea, Adriano ha ereditato dal padre Camillo un’azienda già avviata nella produzione di macchine per scrivere. Questa, sotto la sua guida, è diventata un simbolo di innovazione tecnologica e di progresso sociale.

Visione e investimento nell’innovazione

Adriano credeva fermamente nell’importanza della ricerca e dello sviluppo come motori del progresso tecnologico e sociale. A differenza di molti imprenditori del suo tempo, Olivetti non si limitava a seguire le tendenze esistenti, ma investiva in nuove tecnologie e idee che riteneva avrebbero avuto un impatto significativo sul futuro.
Ma non si è fermato alla sola innovazione tecnologica. Ha adottato un approccio olistico, considerando anche il benessere dei suoi dipendenti e l’impatto sociale delle sue attività. Ha promosso un modello di impresa che univa efficienza economica e responsabilità sociale, credendo fermamente che il progresso tecnologico dovesse andare di pari passo con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Questo ha creato un ambiente in cui l’innovazione poteva prosperare, poiché i lavoratori erano motivati e coinvolti nel processo di miglioramento continuo.

Elea 9003: Il primo computer a transistor

elea 9003 olivetti
L’Elea 9003 Olivetti

Uno degli esempi più rilevanti dell’innovazione di Olivetti è l’Elea 9003, il primo computer commerciale interamente a transistor, presentato nel 1959. Questo computer rappresentava un enorme passo avanti rispetto ai precedenti modelli basati su valvole termoioniche, offrendo maggiore velocità, affidabilità ed efficienza energetica. L’Elea 9003 dimostrava come la miniaturizzazione e l’efficienza dei componenti elettronici potessero rivoluzionare il mondo del calcolo e della programmazione.

Design user-friendly e accessibilità

divisumma olivetti
La Divisumma Olivetti

Olivetti era noto per la sua attenzione al design e alla semplicità d’uso dei suoi prodotti. Le sue macchine per scrivere, come la Lettera 22, e le calcolatrici, come la Divisumma, non erano solo funzionali ma anche esteticamente piacevoli e facili da usare. Questo approccio orientato all’utente è stato fondamentale nel rendere la tecnologia accessibile a un pubblico più ampio, un concetto che è alla base dell’idea di personal computer e del Desktop Publishing.

Calcolatori programmabili, nasce il Personal Computer

Quindici anni prima di Steve Jobs e Bill Gates, Olivetti con la Programma 101 ha aperto la strada alla rivoluzione del nostro tempo: il personal computer.
La P101 è considerata uno dei primi personal computer della storia. Progettata da Pier Giorgio Perotto, un ingegnere della Olivetti, la P101 era una macchina compatta, dotata di un display alfanumerico e capace di memorizzare programmi.

Adriano Olivetti
La P101 Olivetti

Quattro erano le esigenze fondamenti alle quali questa macchina doveva dare risposta:

  1. essendo una macchina da calcolo, doveva stare sulla scrivania,
  2. doveva essere facile da utilizzare,
  3. doveva costare il meno possibile,
  4. non doveva limitarsi a fare solo le 4 operazioni.

Il lancio avvenne il 14 ottobre 1965 a New York, con un successo clamoroso: tra i primi a intuire le potenzialità della P101 ci furono gli scienziati della Nasa, che ne acquistarono quarantacinque esemplari per compilare le mappe lunari ed elaborare la traiettoria del viaggio della missione Apollo 11, che nel 1969 portò l’uomo sulla luna. Fino ad allora questa tecnologia si basava su hardware di dimensioni enormi. Olivetti fu il primo a capire che il futuro sarebbe andato verso le piccole dimensioni e l’utilizzo da scrivania.
Fu un enorme successo commerciale e influenzò direttamente lo sviluppo dei successivi computer personali.

Impatto sulla nascita del Desktop Publishing

Fu Steve Jobs negli anni ’80, con l’introduzione del Macintosh e del software PageMaker, a rendere popolare il concetto di Desktop Publishing, permettendo agli utenti di creare e stampare documenti complessi direttamente dai loro computer personali. Tuttavia, molte delle idee fondamentali alla base del Desktop Publishing erano già state esplorate da Adriano Olivetti decenni prima proprio con la Programma 101.
In sintesi,  lui non solo anticipò molte delle tecnologie e dei concetti chiave del Desktop Publishing, ma lo fece in un contesto in cui la tecnologia era vista come un mezzo per migliorare la società nel suo complesso.

Conclusione

Adriano Olivetti è stato un pioniere che ha combinato una visione tecnologica avanzata con un forte impegno sociale e umanistico. Le sue innovazioni nel campo dei calcolatori programmabili, il focus sull’usabilità e l’accessibilità e il suo investimento nella ricerca tecnologica hanno contribuito in modo significativo alla nascita del personal computer. Senza l’influenza di Olivetti e delle sue idee rivoluzionarie, la storia del personal computer e del Desktop Publishing potrebbe essere stata molto diversa.

Approfondimenti

Adriano Olivetti

Programma 101

Aldo Manuzio tipografo ed editore

Aldo Manuzio tipografo ed editore

Aldo Manuzio tipografo ed editore

[Bassiano, tra 1449 e 1452 – Venezia, 1515  editore, grammatico e umanista]

Se Gutenberg è unanimemente riconosciuto come l’inventore della stampa a caratteri mobili, Aldo Manuzio è stato sicuramente il più importante tipografo e il primo vero editore. L’uomo che più ha contribuito alla diffusione e all’evoluzione dell’editoria e dell’arte tipografica in Italia.

Origini

Fondò la sua tipografia a Venezia nel 1494 e la casa editrice subito dopo.

Ancora Aldina, Aldo Manunzio
Marca tipografica di Aldo Manunzio

La sua famosa marca tipografica, l’Ancora Aldina, rappresentata con un delfino (simbolo della velocità) che abbraccia un’ancora (simbolo di stabilità e solidità), è la trasposizione figurata della frase latina Festina lente che Manuzio scelse proprio come suo motto.
Affrettati con calma è un ossimoro che descrive perfettamente il carattere di studioso e di innovatore proprio di questo grande uomo.

Appassionato di letteratura e filosofia greca, diede vita alla sua attività editoriale proprio con lo scopo di preservare dall’oblio i classici greci e latini e permetterne una migliore fruizione.

Innovazioni

È sua l’innovazione del libro in-ottavo con la conseguente riduzione della dimensione di libri. Fino a quel momento, manoscritti e incunaboli, avevano dimensioni considerevoli, erano, infatti, prodotti nel formato in-folio (il foglio di stampa piegato al centro che constava 4 pagine) o nel formato in-quarto (il foglio piegato in quattro che constava di 8 pagine).
In pratica inventò il tascabile dei suoi tempi.

E il suo contributo all’innovazione non si fermò lì. Per facilitare la lettura dei testi, inventò il corsivo detto aldino che, proprio in onore della provenienza italiana, sarà da allora chiamato italico. Un carattere che riproduceva la scrittura dei suoi amati manoscritti greci.

Iniziò anche a numerare i fogli sia sul recto che sul verso, dando quindi il via alla numerazione per pagine così come la conosciamo noi.

Nella sua tipografia, l’incisore Francesco Griffo disegnò il famoso carattere Bembo ispirato alla grafia di Pietro Bembo e proprio nel libro De Aetna di Bembo fu utilizzato per la prima volta. Più leggibile dei caratteri medievali ebbe un immediato successo e fu fonte di ispirazione per molti altri disegnatori uno fra tutti Claude Garamond.

Incipit libro De Aetna
L’incipit del De Aetna in edizione aldina

Sempre a lui dobbiamo le regole dell’utilizzo della punteggiatura e l’inserimento del punto e virgola (una pausa intermedia tra quella lunga del punto fermo di fine periodo e quella breve della virgola di interpunzione).

E infine, da imprenditore illuminato, riuscì a tutelare il suo enorme patrimonio editoriale impedendo ad altri di pubblicare i sui testi in virtù di un privilegio che si fece concedere dalla Serenissima. Il nostro attuale copyright!

Aldo Manuzio prima di tutti ha capito l’importanza della divulgazione e con la sua opera ha gettato le fondamenta per sviluppo di un’arte, quella tipografica, che avrebbe contributo alla crescita culturale del mondo occidentale.

 

Approfondimenti

L’arte della stampa di Aldo Manuzio

Classificazione dei caratteri